Salerno, lavori al centro agroalimentare: il Tar blocca l’appalto da oltre 6 milioni
Appalto centro agroalimentare a Salerno. Il Tar di Salerno ha annullato l’aggiudicazione dei lavori di riqualificazione ed efficientamento della struttura, finanziati con i fondi del Pnrr (oltre 6milioni di euro). I giudici hanno accolto il ricorso della Termo Ve.Gi. S.r.l., società arrivata inizialmente solo terza in graduatoria, stravolgendo l’esito della procedura. Al centro della decisione c’è un principio netto: chi partecipa a una gara pubblica non può modificare la propria offerta a tempo scaduto per sanare la mancanza di qualifiche obbligatorie. La vicenda nasce dal bando da 6,4 milioni di euro avviato dal Comune nello scorso mese di giugno. Al termine della selezione, il Comune aveva affidato l’opera al raggruppamento di imprese guidato dalla Voto Group S.r.l., che aveva superato la concorrenza grazie al miglior punteggio. Tuttavia, la Termo Ve.Gi., sentendosi danneggiata, ha impugnato gli atti, sostenendo che le vincitrici non avessero le carte in regola per eseguire alcune lavorazioni specifiche (come gli impianti elettrici e le strutture in acciaio) e che avessero tentato di “aggiustare il tiro” quando ormai era troppo tardi. Il cuore dello scontro giuridico riguarda il cosiddetto “subappalto necessario”. Le imprese vincitrici, non possedendo le certificazioni (SOA) per alcune categorie di lavori specializzati, avrebbero dovuto dichiarare fin da subito la volontà obbligata di affidare quelle parti a terzi qualificati. Invece, nella documentazione iniziale, si erano limitate a una dichiarazione generica di subappalto. Solo dopo che il Comune aveva attivato il “soccorso istruttorio” (il meccanismo che permette di correggere errori formali), le ditte avevano cambiato la loro dichiarazione, specificando che avrebbero subappaltato integralmente quelle opere perché prive dei requisiti. Per la difesa della Termo Ve.Gi., questa non era una semplice correzione, ma un cambio sostanziale dell’offerta, vietato dalla legge per garantire la parità di trattamento tra i concorrenti. Il Tar ha condiviso pienamente la tesi dei ricorrenti. I magistrati hanno chiarito che il soccorso istruttorio non può diventare uno strumento per costruire i requisiti di partecipazione dopo la scadenza del bando. Come si legge in sentenza, la modifica della dichiarazione ha comportato “l’introduzione ex post di un presupposto sostanziale dell’offerta, idoneo a mutare in maniera determinante la posizione del concorrente”. In pratica, i giudici hanno stabilito che non aver dichiarato subito di dover ricorrere al subappalto per mancanza di qualifiche è un errore insormontabile. La correzione successiva è stata definita un tentativo di sanatoria non ammesso, portando così all’esclusione della prima classificata. La sentenza ha fatto piazza pulita anche della seconda classificata, la M.A. Costruzioni Impianti, la cui offerta tecnica è stata giudicata inammissibile perché firmata solo dal legale rappresentante e non da un tecnico abilitato, figura necessaria per garantire la fattibilità delle migliorie proposte. Il Tar, riporta Salernotoday, ha infine respinto il ricorso incidentale con cui i vincitori estromessi tentavano a loro volta di colpire la Termo Ve.Gi., accusandola di non aver presentato alcuni documenti economici (ritenuti però dai giudici non essenziali) e di aver proposto un tipo di acciaio diverso per le strutture. Su quest’ultimo punto, una perizia ha confermato che la soluzione della ricorrente, che prevede un acciaio più resistente, non solo è valida, ma costituisce una miglioria tecnica. L’effetto immediato della pronuncia è l’annullamento dell’aggiudicazione alla Voto Group e di tutti gli atti connessi. Ora il Comune di Salerno dovrà riprendere in mano la procedura. Di fatto, la strada appare spianata per l’affidamento alla Termo Ve.Gi., unica rimasta in gara tra le prime tre, salvo nuove verifiche amministrative.





